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Il primo R+meeting si è svolto in Italia… e noi c’eravamo, insieme a Vivarch Aps.

RWRI Grotta della Poesia

Questo è un post molto speciale per me. Una versione in inglese del presente articolo è disponibile qui. Un tributo in prosa è stato invece scritto altrove, di getto; infine, una poesia per celebrare queste meravigliosa settimana è stata scritta da Justin Bold, uno dei nostri partecipanti, ed è disponibile, con allegata traduzione, qui.

Dal 10 al 16 Ottobre, un gruppo di imprenditori, consulenti, ingegneri informatici, hacker, esperti di criptovalute, designer e architetti, uniti dall’interesse per il rischio, si sono riuniti presso le Tenute Al Bano, a Cellino San Marco, per seguire una serie di presentazioni. Durante il loro soggiorno, hanno visitato il sito archeologico della Grotta della Poesia, per conoscere l’eredità intellettuale del Professor Cosimo Pagliara ed i progetti che Vivarch Aps, guidata da Domenico Lorusso, sta svolgendo nell’area, sostenuta da un modello di business che è unico nel suo genere nel Sud Italia.

Di seguito proponiamo un resoconto dell’incontro, ma è da intendersi anche come nota di ringraziamento per Mimmo Lorusso e Vivarch, per averci illustrato i tesori degli scavi ed il loro ambizioso progetto, che speriamo sinceramente sarà ancora sponsorizzato dalla nuova amministrazione del comune di Melendugno, dato che lo merita manifestamente, dopo aver portato tanti profitti vincolati ad essere reinvestiti nello sviluppo dell’area, ossia per il bene comune. Abbiamo già parlato di Vivarch altrove, ma è arrivato il momento di rendere loro omaggio di livello più alto. Perciò, l’ultimo paragrafo di questo resoconto è dedicato interamente a loro.

Gli inizi

Il mio interesse nel rischio e negli eventi estremi risale al 2014, quando entrai in contatto per la prima volta, poco dopo essere emigrato in Polonia per intraprendere una carriera scientifica in fisica, con i libri di Nassim Taleb sull’incertezza e la gestione del rischio.
Oltre ad essere un ex trader di successo, Nassim si presenta come uno scrittore di grande talento e provocatorio. Avevo già abbracciato le sue idee dopo aver terminato il suo primo libro (non in ordine cronologico), Il Cigno Nero, che è quello che gli ha conferito fama mondiale.
Non trascorse molto prima che iniziassi a desiderare di più, perciò iniziai a navigare in rete, digitando il suo nome nella barra di ricerca di Google, seguendo i link che ne risultavano per saperne di più sull’uomo ed esplorare il suo mondo intellettuale. Non trascorse molto prima che approdassi sul sito del Real World Risk Institute (di seguito RWRI), un’istituzione educativa creata da Nassim medesimo insieme a persone come Robert Frey di Renaissance Technologies e Raphael Douady, già Professore “Frey Family Chair” nel dipartimento di matematica applicata dell’università di Stony Brook e fondatore della società di software per la gestione del rischio RiskData, nome condiviso dalla sua attuale azienda di consulenza.

Il percorso didattico, che si tiene a New York, è colmo di intuizioni concettuali su ogni aspetto del rischio, dalla finanza al mondo delle assicurazioni, dalla sicurezza informatica al cambiamento climatico, con particolare attenzione ai cosiddetti eventi estremi, troppo tristemente sottovalutati, chiamati Cigni Neri in gergo popolare, grazie all’impresa letteraria di Nassim. Eventi del genere si possono definire, in generale, come la classe di avvenimenti che eludono i modelli statistici elementari, basati sulla distribuzione Gaussiana insegnata a scuola e troppo spesso utilizzati anche a livello istituzionale (vedi le grandi banche), solo perché forniscono l’illusione di poter fornire previsioni quantitative che sono solo occasionalmente errate…ad eccezione del fatto che, al di là delle sottigliezze teoriche, quando tali eventi, giudicati non realistici su carta, finiscono per verificarsi, sono causa di perdite e sofferenze da cui è difficile riprendersi per coloro che non hanno predisposto per tempo un piano: di nuovo, vedi il caso delle grandi banche americane nella crisi finanziaria del 2008.
Quindi, il nocciolo della riprogrammazione mentale che si deve attraversare quando si frequenta il programma o dopo, per come la vedo io, è che nella vita reale non conta la probabilità degli eventi, ma le loro conseguenze. Siamo fin troppo instupiditi dagli esempi scolastici di dadi e monetine, in cui tutti gli esiti sono ugualmente probabili e ugualmente prezzati, per comprendere che nella vita reale il discorso è diverso, con probabilità molto più irregolari e risultati molto più brutali.

Altrimenti detto, con grande efficacia:

Mai attraversare un fiume
che sia profondo solo un metro e mezzo in media!

Nassim Nicholas Taleb

E così ho serbato questo insegnamento fondamentale in mente dopo Giugno 2017 e l’ho lasciato maturare in me a lungo da quel momento, dopo aver inizialmente perso i contatti con questa comunità.

Ma poi, a Giugno 2021, un’email dalla coordinatrice del programma RWRI comparve nella mia casella email. C’era delineato un piano per un programma di approfondimento degli aspetti matematici della teoria del rischio, insegnato da Raphael Douady e con una lezione di Pasquale Cirillo sulle cosiddette distribuzioni a coda grassa; non potei frequentarlo quell’estate a causa dei miei impegni di lavoro, che i nostri clienti e lettori di questo blog possono ben immaginare, ma mi iscrissi ad un’edizione successiva del percorso, tenutasi lo scorso Febbraio.

Non immaginavo che gli ex alunni del programma RWRI avessero, nel frattempo, iniziato a consolidare una comunità parallela, con il novo nome di R+, su una manciata di gruppi Signal tematici, moderati da Raphael e focalizzati su investimenti, geopolitica, crypto e simili, dei quali sono divenuto un membro entusiasta dopo aver seguito il nuovo corso e aver sperimentato il livello insolitamente alto delle discussioni ospitate; né potevo immaginare che Raphael avesse in programma di dare inizio ad un programma annuale di incontri dal vivo e che la prima edizione si sarebbe svolta a ottobre alle Tenute Carrisi, a un’ora di auto da Torre dell’Orso!

L’incontro

È stato così, in due parole, che mi sono ritrovato ad aiutare gli organizzatori a preparare l’evento e come Dentoni è divenuto parte della serie di presentazioni ascoltate dai partecipanti nel corso di questa entusiasmante settimana: la presentazione della nostra azienda, che ho avuto il privilegio di offrire in seguito alla visita alla Grotta della Poesia, con la guida di Mimmo Lorusso, ha fatto parte della sessione del sabato mattina ed è stata incentrata sul tema delle opportunità e dei rischi delle aziende di famiglia, di cui siamo un caso si studio da ormai 41 anni.

Mi si consenta di offrire un assaggio degli argomenti su cui abbiamo appreso tanto nel corso delle altre presentazioni. Tenterò di proporre una carrellata concisa suddivisa per sezioni tematiche. Tuttavia, se la scienza, le criptovalute e le assicurazioni non interessano il lettore, suggerisco di saltare direttamente alla descrizione del contributo di Vivarch al nostro comune, che vale senz’altro il suo, in quanto cittadino, e che costituisce l’ultima parte di questo post.

Fotografia di gruppo presso la Grotta della Poesia: Raphael Douady è il primo da destra.

Investimenti cripto, società parallele e deep learning

La mia presentazione è stata preceduta da argomenti di impatto ben superiore, che vale la pena di comprendere per chiunque desideri navigare un mondo complesso come il nostro, magari cogliendo opportunità di investimento: Juraj Bednar, un hacker slovacco di spessore, ci ha raccontato la sua esperienza con gli investimenti cripto e con la società parallela che sta cercando di costruire insieme ai suoi colleghi. Si tratta di una comunità incentrata su un sistema economico a sua volta basato sulle cripto-valute e sui valori libertari che sono alla base delle motivazioni di Satoshi Nakamoto ad introdurre Bitcoin (BTC).
BTC è la prima criptovaluta in assoluto, sul cui proposito molto si è detto e si continua a dire senza sosta, ma molto poco si comprende, specialmente da parte dei giornalisti e del pubblico medio. Il loro progetto, chiamato Paralelni Polis, è estremamente attraente e futuristico, di certo troppo più avanti rispetto all’economia attuale in termini di livello di digitalizzazione ed utilizzo della tecnologia blockchain, ma è stato abbastanza da convincermi ad acquistare il suo libro e a chiedergli di insegnarmi come effettuare una transazione veloce di Bitcoin sul Lightning Network, sul quale conto senz’altro di imparare di più.
Per restare nel mondo cripto, con un’inclinazione più artistica, Andrea Marec di Reasoned Art ci ha parlato della transizione digitale dell’arte nel regno degli NFT (Non Fungible Tokens), che è appena incominciata ma senza dubbio proseguirà, in modo simile a quello in cui la nostra economia vedrà il ruolo delle cripto crescere di rilevanza nella vita quotidiana. Perlomeno questo è ciò di cui mi sono convinto dopo aver ascoltato Juraj e Andrea…
L’arte digitale è un argomento lungo almeno lo spazio di un intero libro; tuttavia, se si è interessati a percepirne le potenzialità senza ingoiare parole a non finire, basta dare un’occhiata al sito di Dreamscope: queste sono tutte fotografie come quelle che scattiamo con i nostri smartphone, date in pasto ad un algoritmo informatico della famiglia del Deep Learning. Allacciate le cinture, perché quello che sto per dire ci fornirà una connessione naturale con l’argomento della presentazione successiva, discussa nel prossimo paragrafo.
Il Deep Learning è un ramo dell’informatica, più pomposamente noto come Intelligenza Artificiale, che si occupa di creare programmi che sappiano riconoscere delle strutture esistenti all’interno di tabelle di dati…beh, più o meno. Ma poiché le fotografie digitali altro non sono -per un computer- che tabelle di pixel colorati, traducibili prontamente in numeri, si possono fornire a un algoritmo di questo tipo i dipinti di un dato artista e fargli apprendere in che modo tale pittore utilizzasse le tonalità di colore e le forme geometriche; una volta terminato questo allenamento, l’algoritmo può modificare i suddetti contorni di nuove immagini in modo da rappresentare il loro soggetto con lo stile che ha “appreso”.
Mi si permetta di postare qui un esempio di una mia fotografia con la mia gatta in grembo…è stata elaborata con Dreamscope, chiedendogli di applicare lo stile pre-esistente “seaside”, sul quale l’azienda ha già addestrato i suoi server, alla fotografia sulla sinistra:

Ditemi di nuovo che l’arte digitale non ha alcun potenziale! E si tratta solo di un esempio banale…

Devo dire che è sempre estremamente interessante sentirsi sfidati a pensare a una rivoluzione così profonda di una forma di espressione umana che siamo stati abituati ad associare a veicoli di comunicazione specifici per lunghi secoli. Le arti figurative sono sempre state associate alle tele (pittura), ai blocchi di marmo o di altro materiale (scultura) o agli edifici (architettura)…in una parola, ad oggetti fisici direttamente percepibili mediante gli occhi senza il supporto di una macchina alimentata ad elettricità.
Riusciamo, adesso, a immaginare che questo assioma non sia necessario, nel contesto della trasformazione antropologica portataci dall’era digitale? Possiamo fermarci a riflettere su che cosa implichi per noi la differenza fra l’originale di un dipinto e una sua copia quasi identica? In che modo questa differenza cambia la funzione dell’arte come deposito di valore, piuttosto che come mezzo per sollecitare determinate emozioni nell’osservatore? Questo è, in soldoni, il problema che il certificato digitale detto NFT risolve una volta per tutte mediate la blockchain: unicità immutabile e certificata.

In qualche maniera, questo dibattito dei nostri giorni deve assomigliare a quello, certamente verificatosi, fra i nostri antenati proto-storici quando fu inventata la scrittura e la conoscenza, che soleva essere trasmessa con mezzi puramente orali, fu lentamente consegnata alla parola scritta, senza dubbio irritando i puristi dell’interazione umana più intima. Sappiamo tutti come sia andata a finire e, ora, gli insegnamenti orali coesistono con valanghe di libri. E per fortuna…

Adesso riesco, quindi, ad immaginare un futuro in cui l’arte strettamente fisica non scomparirà, ma in cui l’importanza delle creazioni del regno digitale crescerà, specialmente in quanto depositarie di valore economico. In un certo senso, l’arte digitale che si fa strada come depositaria di valore mi dà la stessa impressione dell’ascesa dei libri a depositari privilegiati e facilmente accessibili di conoscenza: hanno il chiaro vantaggio di essere prontamente disponibili e immutabili, sebbene non possano sostituire l’interazione umana immediata con un vero maestro della disciplina di cui trattano; che è poi il motivo per cui le università esistono ancora, solo per fare un esempio. Similmente, l’arte digitale non cancellerà, a mio parere, l’importanza dell’arte fisica, ma coesisterà con essa, lentamente acquisendo importanza come custode di valore a causa della natura immutabile dei certificati basati sulla tecnologia blockchain, in maniera simile a come un libro di un maestro defunto è spesso molto migliore di una lezione di un suo imitatore scarso.

Il coronamento del trittico di presentazioni sulle criptovalute è stata l’ora di domande e risposte con un matematico di livello mondiale, Ricardo Perez Marco, che ha dedicato gran parte della sua attività di ricerca e dei suoi lavori scientifici alla rete Bitcoin. Questa sessione ha avuto il suo momento topico nella discussione delle differenze tra e delle vulnerabilità di Proof-of-Work e Proof-of-Stake, i due algoritmi di consenso che determinano in che modo si aggiungano blocchi di transazioni al libro mastro immutabile che costituisce l’essenza della blockchain; in entrambi i casi ciò avviene mediante un voto maggioritario fra i computer incaricati di controllare la sequenza di transazioni, ma secondo principi differenti. Ci sono differenze sostanziali nei metodi implementati, per esempio, da Bitcoin ed Ethereum, le due principali criptovalute per capitalizzazione di mercato e numero di utenti.
Non possiamo addentrarci più a lungo in questa sede, ma Ricardo è uno che sa di ciò di cui parla…e la sa molto lunga!

Deep learning e analisi dati

E adesso arriva qualcosa in più sul Deep Learning: Patrice Kiener ci ha consegnato una presentazione straordinaria sulla reti neurali. Queste stanno al Deep Learning esattamente come gli edifici stanno all’architettura: sono la parte tangibile della disciplina.
Devo insistere sul fatto che, poiché questo non è un blog scientifico, non abbiamo spazio per approfondire i dettagli, ma questi sono fra gli algoritmi più sofisticati mai inventati dall’essere umano. Probabilmente ve ne sarete già convinti vedendo ciò che possono fare nel caso della mia fotografia più in alto.
Ma il fatto è che hanno anche una bellezza nascosta, che risiede nella terrificante semplicità concettuale della loro ingegneria, che implica soltanto analisi matematica a più variabili ed algebra delle matrici. La capacità di questi programmi di rilevare strutture nei dati non ha eguali nella storia dell’informatica…è perfino eccessiva, se se ne abusa, in quanto possono facilmente rilevare delle regolarità laddove esistono, in realtà, solo coincidenze. Ciò premesso, ritengo che questo post sul blog di Andrej Karpathy, già direttore della ricerca sull’Intelligenza Artificiale di Tesla, la pionieristica azienda di auto elettriche che investe soldi a valanga sulla tecnologia delle autovetture a guida automatica, riassuma e preveda abbastanza bene come questa classe di algoritmi potrebbe davvero innescare una rivoluzione nel nostro modo di pensare alla programmazione. E, se siete davvero curiosi sulle prospettive di questo ramo dell’informatica, un buon complemento all’articolo di Karpathy è questo video di Derek Muller dal suo canale YouTube Veritasium, che consiglio vivamente a chiunque sia interessato a imparare qualcosa di scienza guardandone delle illustrazioni molto coinvolgenti.
Per riprendere il filo: Kiener è un ingegnere chimico che si è spostato verso l’intelligenza artificiale un po’ di tempo fa, fondando anche la sua azienda di consulenza, Inmodelia. Da fisico divenuto manager, non posso che simpatizzare istintivamente con chi ha cambiato carriera, poiché penso che queste persone abbiano acquisito, per necessità, il vantaggio del pensiero multi-disciplinare.

Attenzione per favore: le prossime righe sono toste. Se devi farti scoraggiare e abbandonare l’articolo, non ce n’è motivo: saltale! Invece se non sei troppo sensibile, vai pure avanti! 🙃

Auto-indulgenze a parte, lo scopo della presentazione era di spiegare in che modo le reti neurali siano in corrispondenza uno-a-uno con i modelli statistici non lineari tradizionali, sebbene facciano affidamento a un metodo di calibrazione differente dei propri parametri liberi, a causa del modo in cui sono costruite. Patrice ha speso anche delle parole sull’addestramento di un modello con pochissimi esempi a disposizione, in particolare quando i dati hanno una componente di rumore molto elevata, cosa che rende il lavoro dello statistico molto più duro.
Per dirla in parole povere: si pensi alla fotografia originale mostrata sopra e si immagini che degli oggetti estranei all’originale siano stati inseriti tramite Photoshop: è possibile insegnare ad un algoritmo ad accorgersi di queste falsificazioni? La risposta è che esistono metodi per farlo, anche quando il numero di esempi su cui addestrare il programma è molto ristretto. Ma disaccoppiare il rumore dal segnale è in genere piuttosto laborioso e richiede una successione di iterazioni preliminari non banali sui dati preliminari…ci sarebbe tanto altro da dire, ma la programmazione è stata con noi anche troppo per adesso.

(Non-)Assicurabilità contro i rischi sistemici

Un’altra bomba è stata sganciata da Arié Haziza, membro e docente di vecchia data del RWRI e capo della divisione di studio de rischio estremo di AWAC, una compagnia di riassicurazione. Non sapevo neppure, prima di ascoltarlo, cosa fosse una compagnia di riassicurazione. Ho quindi appreso che altro non è che un’azienda che a sua volta assicura le “normali” compagnie assicurative, nel tentativo del sistema economico di attutire il colpo inflittogli quando si verifica un evento raro, ma devastante: si pensi ad una compagnia assicurativa che controlli la metà del mercato nell’ambito delle assicurazioni contro i danni alle proprietà immobiliari in un’area geografica a cui accada di essere investita da un uragano, come recentemente accaduto in Florida; ciò implica che la ricostruzione della metà delle case danneggiate dovrà essere pagata dalla compagnia assicurativa medesima, se il rischio di devastazione della proprietà da eventi naturali è previsto dal contratto.

Ora, partendo da questo esempio, tenterò di riassumere il messaggio chiave di Arié in tre passi:

Primo: il principio di base da comprendere è che l’assicurazione può funzionare solo se gli eventi assicurati sono ragionevolmente indipendenti: tutti pagano poco per assicurarsi che i pochi sfortunati siano compensati per le loro perdite e per i danni subiti quando sono vittime di circostanze sfortunate. Questo si comprende facilmente.

Secondo: che cosa succede nel caso di eventi come l’uragano menzionato? Bene, poiché la compagnia assicurativa sicuramente subisce una perdita importante, avendo assicurato molte case nella zona ed avendo quindi visto la propria distribuzione del rischio, basata sulla decorrelazione degli eventi assicurati, andare a gambe all’aria, parte della perdita viene assorbita dalle compagnie di riassicurazioni.
A loro volta, anche queste ultime distribuiscono il loro rischio: per spiegarlo molto semplicemente, esse assicurano compagnie assicurative esposte a tali eventi in diverse aree geografiche. Quasi certamente, non più di una di queste aree sarà investita da un uragano per ogni dato anno solare, perciò questo garantirà (o dovrebbe garantire, nella migliore delle ipotesi) che né la compagnia assicurativa né quella di riassicurazione falliscano: infatti, la prima sarà compensata dalla seconda, quest’ultima farà profitti in tutte le aree geografiche non investite da uragani, le quali non genereranno richieste di risarcimento danni.

Infine, e questo è il punto davvero centrale: che succede nel caso di eventi come le pandemie, in cui la de-correlazione del rischio si perde completamente e le persone che muoiono a Wuhan a causa di un virus possono morire nello stesso momento a New York della stessa malattia? O quando degli eventi in presenza come conferenze e concerti, che movimentano cifre importanti, sono simultaneamente cancellati in tutto il mondo per la stessa ragione?
Esiste solo una risposta: il sistema è incapace di assicurare tali perdite. Esiste, semplicemente, un limite a ciò che il sistema può assicurare senza collassare. Il rischio estremo si può coprire solo fino ad un certo punto.

Arié è un presentatore carismatico ed entusiasta e la mia comprensione del mosndo assicurativo uscita rivoluzionata dall’ascolto del suo discorso. Nel caso in cui neppure voi foste stati a conoscenza di queste particolarità, spero di essere riuscito a parafrasare il relatore chiaramente.

Raphael Douady sull’origine dei Cigni Neri

Così arriviamo finalmente alla presentazione del capo (forza Raphael ! 🙃). C’era più di qualche equazione coinvolta, ma non vi ci annoierò, permettetemi perciò di essere più discorsivo.

Non sono sicuro che vi vada di leggere di meccanica quantistica, ma di sicuro io amo da matti parlarne, essendo un fisico quantistico. Peraltro, la meccanica quantistica ha un legame indiretto, in ciò che desidero raccontare, con i crolli dei mercati finanziari.
Vi prego di guardare, nella figura seguente, uno dei tanti, tantissimi aspetti della meccanica quantistica che appaiono semplicemente paradossali alla mente non abituatavi, ipnotizzata com’è da questo noioso mondo macroscopico in cui passiamo tutte le nostre vite: se consideriamo un normale pallone che rotola verso una collina -idealmente senza la complicazione matematica dovuta all’attrito dinamico- in fisica classica possono presentarsi solo due situazioni, ossia

  1. Il pallone ha abbastanza energia cinetica da compensare la perdita di energia che subisce a causa dell’attrazione gravitazionale a cui è soggetto salendo e, quindi, arriva in cima alla collina e inizia a rotolare in giù sul fianco opposto.
  2. Non ne ha abbastanza. Punto.

Si dà il caso che in meccanica quantistica le cose stiano diversamente: di fatto, i transistor, che sono fra le componenti base dei circuiti integrati nei nostri computer, fanno leva proprio sul principio per cui, di fronte a una barriera di potenziale, alcune particelle la attraverseranno e altre no, anche se, classicamente, l’energia di ciascuna di esse non basterebbe a superare la barriera di potenziale. Ciò è dovuto al fatto che le particelle sono tali sono quando un osservatore le rileva facendo sì che interferiscano con un apparato di misurazione, cosa che (ma nessuno capisce esattamente in che modo) fa “collassare” la loro funzione d’onda.

Tunneling quantistico di una barriera a confronto con la situazione classica “sale oppure no”.

Il concetto di funzione d’onda è davvero un’idea rivoluzionaria, qualcosa che ti rende estremamente orgoglioso di te stesso quando studi meccanica quantistica. Approssimativamente significa che, finché una particella non viene rilevata da un apparato di misurazione, tutto ciò che si può dire su di essa è che nello spazio esiste una sorta di nuvola di probabilità in cui la particella può trovarsi con probabilità diverse, variabili a seconda dello “spicchio di nuvola” in cui la si voglia cercare con l’apparato di misurazione. Ora, quanto una di queste nuvole di probabilità ancora non soggetta a misurazione investe una barriera (si veda il tunnel rosso in figura, che è l’equivalente della nostra nuvola), essa è diffusa su tutto lo spazio, ivi compresa la zona al di là della barriera. Perciò, si potrebbe dare il caso che, di tanto in tanto, dopo la collisione, la particella sarà localizzata nella coda sinistra (sempre secondo la figura) della nuvola di probabilità che ha superato la barriera.
Supponiamo, quindi, che uno scagli per diverse volte una particella quantistica contro un muro molto, molto alto, mentre quella ha un’energia abbondantemente insufficiente, classicamente, ad attraversarlo. La meccanica quantistica predice che, una volta ogni tanto, la particella supererà il muro!
Un momento, si potrebbe obiettare: e perché questo non succede mai con una pallina da ping-pong???
Risponderò in maniera molto approssimativa, ma il motivo di base è che ciò si verifica semplicemente perché la funzione d’onda della pallina è una sovrapposizione delle funzioni d’onda delle tantissime sue particelle costituenti e quindi…poiché la probabilità che l’intera pallina di ping-pong attraversi il muro sarà proporzionale al prodotto delle probabilità individuali di ogni singola particella di attraversare (in realtà no, queste particelle sono legate insieme dai legami molecolari, ma questo rende l’idea)…è parecchio, parecchio inverosimile, quindi la probabilità totale risultante sarà davvero infinitesima.

È come dire, se vi piace di più: qual è la probabilità che tutte le scimmie di un branco che ne conta miliardi superino un test di italiano di 100 domande? Dato che le scimmie non possono che crociare risposte a caso, c’è una probabilità a dir poco minuscola che ogni singola scimmia superi il test…ok, e le altre?

Eppure…non appena concediamo che la probabilità che una singola scimmia superi il test è non nulla, la probabilità che tutte lo superino sarà infinitesima, ma a sua volta strettamente non nulla!

Di fatto, le scimmie sono un parallelo metaforico ideale per il caso più sottile delle molecole reciprocamente legate della pallina da ping-pong o di un qualunque oggetto solido, dato che tendono ad influenzarsi pesantemente: una scimmia è, metaforicamente, la quintessenza dell’imitatore, perciò la distribuzione delle risposte al test tenderà a concentrarsi intorno a una certa struttura, in maniera simile a quella in cui le molecole di un solido si spostano insieme. Quale sarà ai la probabilità che la struttura che emerge sia quella che supera il test?

Quindi, quando comprende questi fenomeni, come accennavo, uno tende a sentirsi piuttosto al di sopra dell’uomo medio: non solo si comprende la forma più controintuitiva di casualità nota all’uomo in natura, ma si capisce anche come mai questa non si osserva nella vita ordinaria.
Ma poi arriva Nassim Taleb, che sa troppo bene come ferirti l’orgoglio:

“Se esiste una sola cosa certa su questa terra, è il comportamento di un gruppo di particelle subatomiche! Come mai? Perché, come già detto, quando si osserva un oggetto, composto da un insieme di particelle, le fluttuazioni delle particelle tendono a compensarsi reciprocamente.
Ma gli eventi politici, sociali e meteorologici non hanno questa piacevole caratteristica, ed è lapalissiano che non li possiamo prevedere, perciò quando sentite degli “esperti” che presentano i problemi di previsioni in termini di particelle subatomiche, c’è una grossa probabilità che il sedicente esperto sia un impostore. Di fatto, questo potrebbe essere il modo migliore di smascherare un impostore.”

Estratto dal Capitolo 18 de Il Cigno Nero, traduzione dell’autore del presente articolo

Può anche darsi che la casualità quantistica sia, di fatto, la forma più controintuitiva di casualità che esista in natura, ma è di gran lunga né quella più pericolosa né quella di maggiore impatto, a meno che uno non abbia una carriera accademica o sia una progettista di hardware.
Quando si tratta di impatto nella vita reale nel senso più ampio, la medaglia d’oro va a ad un genere di casualità differente, associata agli eventi estremi, battezzati cigni neri da Taleb nel suo libro campione di vendite. Tecnicamente, anche qui l’osservatore gioca un ruolo primario: un cigno nero è un evento per il quale gli strumenti statistici impiegati per descrivere il sistema sono inadeguati a includerlo nello spettro degli eventi possibili, ma non perdiamoci in sottigliezze. Meglio dare un’occhiata a come i cigni neri si presentano, piuttosto:

La superficie dell’oceano è generalmente piacevole da osservare…
…ma qualche volta succede anche questo: onde anomale!

Benvenuti nel mondo dei sistemi complessi. Possiamo dimenticarci della fisica quantistica, in quanto quella classica è sufficiente a far avverare questo genere di accidenti. E ciò non si limita alle onde anomale, naturalmente : si pensi ad uragani, tornado, pandemie e crolli del mercato finanziario, che è ciò in cui Raphael è specializzato.
Si dia uno sguardo, per esempio, al collasso dell’indice Dow Jones Industrial Average del 1929:

Il collasso dell’indice DJIA del 1929. Di per sé, sembra solo una linea spezzata diretta verso il basso, ma avrebbe fatto un’impressione ben diversa a chi avesse avuto i propri soldi investiti nell’indice…

Ma allora come accade che questi fenomeni si verifichino, se cose come i movimenti delle masse di acqua o il comportamento dei trader possono essere modellati con equazioni della fisica classica?
Lasciamo che Raphael ce lo spieghi con un semplice modello comportamentale, nel quale tutti possiamo rispecchiarci, senza coinvolgere le equazioni della fluidodinamica.
Le sole ipotesi necessarie sono che i trader e gli investitori

  1. tentano sempre di massimizzare i propri guadagni finanziari.
  2. tendono a credere che gli altri abbaino informazioni migliori sull’andamento futuro del mercato.

Se per caso suona come se stessi dicendo che gli esseri umani tendono ad essere avidi e sospettosi che i loro simili li lascino indietro, di modo che tendano a comportarsi come pecore invece di pensare con la propria testa, è esattamente quello che sto dicendo, specialmente se si tratta di denaro. E francamente dubito che nessuno si meraviglierà troppo.
Vediamo perciò che succede quando, a partire da un’economia sana, le persone cadono in esagerazioni, in maniera molto semplice. Trader ed investitori vedono i loro colleghi collezionare profitti e li desiderano per sé stessi. Poiché ci sono azioni il cui prezzo sale molto, tutti si fiondano ad acquistarle, quando il mercato va a gonfie vele, così che le persone tendono ad ammassare i loro soldi su determinate classi di investimenti, i quali, di conseguenza, salgono ancora di più di prezzo e diventano ancora più attraenti per gli altri, perfino per coloro che non potrebbero permetterseli. Perciò questi ultimi, dato che l’economia è in ottima salute e i tassi di interesse sono bassi, iniziano a prendere in prestito del denaro per acquistare gli stessi asset oppure per spendere più di quanto guadagnino…il debito e la leva finanziaria si gonfiano, fino l momento in cui tutto ciò diventa insostenibile. Alla fine, una volta ogni tanto, la bolla scoppia e si può osservare quanto illustrato nella figura sopra…e succede davvero! Questo è solo l’evento più catastrofico nella storia dei mercati finanziario americani finora, ma si sono verificati centinaia di eventi simili nel corso dell’intera storia dei mercati finanziari.
Ed ecco, tutto ciò che occorre per comprendere questi fenomeni è che gli individui in un sistema complesso tentano di massimizzare i propri guadagni nel breve periodo…piuttosto semplice ed intuitivo, nessun uro che venga attraversato a causa di magie quantistiche. Ma allora dove starebbe la casualità in tutto ciò? La risposta è: nessuno può predire in anticipo quanto crescerà la bolla finanziaria prima di esplodere, quando esploderà esattamente e quanto danno infliggerà all’economia quando questo accadrà. C’è un intero ramo della statistica che studia gli eventi estremi, ma questo non è il posto per discuterlo ulteriormente. Se vi interessa approfondire l’argomento, si dà il caso che Ray Dalio, un investitore leggendario, abbia riassunto la spiegazione di queste ciclicità in un superbo video didattico che vale senz’altro il vostro tempo. Se, poi, avete inclinazioni matematiche, leggete been l’inglese e siete curiosi dei contributi di Raphael, magari potete dare un’occhiata ai suoi articoli di ricerca o al suo libro su un metodo di analisi dei mercati finanziari che si chiama Teoria dei Polimodelli.

Torta Crêpes®, frattali e caffè: non si può chiedere di più !

Venerdì 14 Ottobre, dopo la visita della Grotta della Poesia, tutti i partecipanti hanno ricevuto dei gadget sotto forma di tazzine e piattini da caffè, come souvenir.
I motivi stampati sulle tazze sono stati progettati da Laina Loreau-Douady, una brand designer francesce di casa a Londra, otre che figlia maggiore di Raphael. Il merchandise è stato consegnato durante la degustazione di un’accoppiata di aperitivo e Torta di Crepes® che siamo stati deliziati di offrire ai nostri colleghi partecipanti.
Ma la parte più affascinante di tutte è la storia che c’è dietro alle stampe. Queste rappresentano le strutture frattali, ovvero auto-similari, scoperte dal leggendario matematico Benoit Mandelbrot, insieme ad Adrien Douady. Tali strutture ricorsive si ritrovano in natura nel comportamento di molti sistemi complessi, non ultimi i prezzi degli asset finanziari.
Incidentalmente, Adrien è il compianto padre di Raphael: come egli ha menzionato scherzosamente durante la settimana, “Mandelbrot ha fatto i disegni, mio padre la matematica.” 😂

Per la mia prossima fotografia con la mia gatta in grembo, queste saranno le tazzine protagoniste!😀

La coppia di tazzine da espresso regalate ai partecipanti. Merito di Laina Loreau-Douady e di Roberto Francesco Errico, CEO di BeHashtag, la nostra agenzia pubblicitaria, che si è generosamente prestato come intermediario con l’azienda locale che ha realizzato la stampa.

La Grotta della Poesia, i suoi tesori archeologici e Vivarch Aps

la fama mondiale della Grotta della Poesia è iniziata circa 10 anni fa, quando una rivista celebre in tutto il mondo pubblicò una classifica delle 10 piscine naturali più belle al mondo, includendovela.
Mi ricordo personalmente come, prima che quell’articolo fosse pubblicato, fosse un paradiso noto solo al pubblico locale, in cui ci si poteva godere il piacere di nuotare o tuffarsi con pochissima compagnia, ad eccezione forse dei soli giorni centrali di Agosto. Ma dopo quella pubblicazione, iniziò il fenomeno del turismo di massa e la fragilità del fragile suolo calcareo iniziò ad essere in serio pericolo.

Grotta della Poesia. La prima scoperta del Prof. Cosimo Pagliara si trova nella piccola grotta vicino alla statua della Vergine Maria, sulla colonna.

Il tesoro culturale portato alla luce vicino alla Grotta della Poesia deve la sua fama al compianto Professor Cosimo Pagliara, un archeologo di primo piano dell’Università del Salento (già Università di Lecce), a cui accadde di imbattersi in delle iscrizioni murarie protostoriche sui muri di una grotta più piccola, vicina e connessa da un canale sotterraneo a quella principale. Dopo aver speso un po’ di tempo nel tentativo di decifrarle, si scoprì che queste iscrizioni erano preghiere al dio locale Tautor, che Gli promettevano un sacrificio qualora la persona fosse ritornata sana e salva dalla dal viaggio verso l’attuale Albania. Sì, perché il canale di Otranto è il corridoio di mare più stretto del Mediterraneo orientale; per questo, è sempre stato cruciale per gli scambi commerciali. In una giornata col cielo sereno, si possono facilmente ammirare le montagne albanesi sull’orizzonte.
A quel punto, Cosimo Pagliara iniziò a domandarsi dove si trovassero i resti di questi sacrifici e fu abbastanza caparbio e testardo da continuare a scavare intorno, nonostante non fosse, apparentemente, incoraggiato dai suoi colleghi. Fine della storia…aveva ragione, perché le anfore che una volta contenevano l’olio ed il vino offerti alla divinità furono scoperte in prossimità nel villaggio di Roca Vecchia, la parte del complesso archeologico caratterizzata da un villaggio medievale costruito sui resti dell’antico sito messapico.
Il villaggio medievale era già famoso fra un pubblico più ampio a causa della tragedia dell’assedio edella sconfitta delle difese di Roca da parte degli ottomani nel 1480/1482, nell’onda espansionistica che iniziò dopo la loro conquista di Costantinopoli, nel 1453.

Ci sarebbe molto di più da raccontare, ma questo rovinerebbe il piacere di visitare il luogo di persone e di sentirsi raccontare la storia da una guida locale qualificata. Molto più interessante, a questo punto, è comprendere l’esperienza di Vivarch Aps, l’organizzazione no profit guidata da Mimmo Lorusso che -in collaborazione con la precedente amministrazione- ha preso in gestione il sito, a imposto una tassa di ingresso ai turisti, vietato la balneazione e si è impegnata a reinvestire i profitti nello sviluppo culturale e nella conservazione ambientale del comune di Melendugno.
Questo è, in due parole, il loro modello di business. Ed è unico in Italia. Per rendersi come se funzioni davvero, basterebbe osservare quanto valore ha acquisito l’area archeologica di Roca negli ultimi anni. Da locale, posso testimoniare che si tratta di un balzo in avanti non da poco!

In quanto rappresentante del punto di vista aziendale e cittadino di Melendugno, il mio sincero augurio è che sia consentito a queste persone di perseverare nel loro sforzo e, come anticipato anche altrove, di portare il loro modello di business a Torre dell’Orso, mantenendo in piedi la sua idea centrale e modificandola quanto basta per preservare la possibilità dei turisti di godersi la nostra spiaggia e la nostra baia, un tempo le perle indiscusse della costa adriatica meridionale e ora a rischio di essere cancellate dall’erosione costiera…di norma un fenomeno naturale, ma in questo caso un effetto collaterale di un intervento umano poco lungimirante.

Da non molto tempo, Mimmo e colleghi hanno vinto il bando Puglia Capitale Sociale 3.0, che permetterà loro di cimentarsi, con la collaborazione dei cittadini e degli operatori economici del luogo, in moltissime iniziative volte alla riqualificazione del territorio. Il crescente degrado della pineta e della spiaggia di Torre dell’Orso potrebbe essere ben contenuto, anzi fermato e invertito, se si potesse portare a Torre dell’Orso il modello di turismo che è stato sperimentato con successo a Roca: ingressi contingentati -chiaramente con possibilità di balneazione in questo caso per le persone paganti, in cambio di servizi quali addetti alla sicurezza, rubinetti lavapiedi, docce e cabine a disposizione di tutti, stante il vincolo di reinvestire tutti gli utili dell’attività nella riqualificazione dell’area.

Perciò noi siamo al fianco di Mimmo e Vivarch Aps e continueremo, in quanto azienda, a dare voce al nostro sostegno in tutti i modi possibili!

Non posso non concludere questo post che ringraziando i partecipanti all’R+ meeting pr aver portato la loro preziosa esperienza in Italia e per averla condivisa nelle loro presentazioni, ma soprattutto nelle discussioni informali che abbiamo condiviso durante tutta la settimana, che sono state senz’altro la parte migliore dello sforzo di cementare questa comunità.

È stato per me un onore aiutare a rendere tutto questo possibile ed è stato un piacere per Dentoni ospitarvi tutti.


Alla prossima volta, che tutti speriamo sia quanto prima!

Mirko Serino

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