Pronti…via ! Dopo un gennaio trascorso in vacanza, la pasticceria Dentoni si sta rifacendo il look per tornare ad aprire al pubblico. Domenica 6 febbraio riapriremo le porte ai nostri clienti e lo faremo con una arredamento rinnovato; in particolare, offriremo i nostri dolci e gelati in vetrine completamente nuove, su cui scriveremo un articolo dedicato fra qualche giorno, a lavori ultimati.
Ci scusiamo con tutti voi per aver scritto che avremmo riaperto il 31 Gennaio, inizialmente, ma anche per l’azienda che si occupa dell’installazione delle nostre nuove attrezzature non sono momenti facili, fra dipendenti in quarantena e fiere annullate dopo una lunga programmazione. Ad ogni modo…ci stiamo preparando ✌🏻
Oggi, però, parliamo di un argomento abbastanza insolito per questo blog.
Di solito ci occupiamo, per così dire, solo dei “fatti nostri”. Per una volta, entriamo in quelli pubblici, che non ci riguardano come pasticceria, ma in quanto cittadini di Torre dell’Orso.
È di Dicembre la notizia del crollo di un pezzo di scogliera appena sotto l’antica torre di vedetta che, dopo gli scogli delle Due Sorelle, è il simbolo principale della nostra marina. Attualmente, l’area del lungomare intorno alla torre è stata recintata a mo’ di cantiere e contrassegnata con la scritta “pericolo di crollo”. Qualcuno di noi, da Dentoni, ha potuto assistere all’evento in diretta, guardando casualmente verso il mare dalla nostra terrazza proprio nel momento del crollo.
Insieme alla continua erosione della spiaggia, che da anni ormai ci sottrae, al primo vento di tramontana, dal 50 al 100 per cento dell’angolo dell’Orsetta, prosegue inesorabile il decadimento della scogliera, in un crescendo di danni che, già nel medio periodo (meno di dieci anni), costituisce un’importante minaccia per il nostro turismo. Certamente l’erosione costiera non è colpa di nessuno, ma la mancanza di un intervento deciso su un problema che esiste da diversi anni fa riflettere…e non poco !
Di Dicembre è, fortunatamente, anche la notizia dell’interessante iniziativa dell’associazione Vivarch APS, in collaborazione con il Centro Studi e Didattica Ambientale Terrae aps e il Centro di Educazione Ambientale Terre di Roca (in seguito CEA per brevità), nato lo scorso Ottobre su iniziativa del Comune di Melendugno. L’associazione, insieme al CEA, ha già vinto il bando comunale per la gestione delle casette di legno ubicate nella nostra pineta, scelte come centro operativo del CEA e dove verranno proposti percorsi di educazione ambientale. Adesso, Vivarch e CEA stanno partecipando, in partenariato con il Comune di Melendugno, al bando della Regione “Puglia: Capitale Sociale 3.0“, anche con la sponsorizzazione di numerosi imprenditori di Torre dell’Orso, fra cui noi di Dentoni. Qualora ne risultassero vincitori, potrebbero utilizzare i fondi messi a disposizione dalla Regione per soffiare vento nella poppa dell’iniziativa a cui ci siamo uniti.
La visione di lungo termine che ci spinge a dar loro fiducia e a sperare nel loro successo è semplice ma ambiziosa e, come ogni cosa di valore, non priva di rischi. Ma prima facciamo una premessa su Vivarch Aps, per contestualizzare il loro ruolo in questo progetto.
La loro presenza sul territorio di Melendugno non giungerebbe di punto in bianco.
Da un paio d’anni, l’associazione gestisce una parte del comparto beni culturali del Comune di Melendugno, con il patrocinio per iniziativa dello stesso, in cui rientrano il parco archeologico di Roca e la grotta della Poesia. Chi volesse approfondire i contenuti offerti su Roca grazie a questa collaborazione, può farlo qui.
Mediante la regolamentazione degli ingressi alla grotta della Poesia, soggetta negli ultimi anni ad una pressione antropica crescente e ormai insostenibile a seguito dell’inserimento nella classifica delle dieci più belle piscine naturali al mondo, si è riusciti a generare un flusso di cassa che, da contratto, è vincolato ad essere reinvestito nel territorio del nostro Comune.
Ma le iniziative non si fermano qui. Dopo Roca, si punta seriamente a cambiare la gestione dell’ecosistema della pineta di Torre dell’Orso, fortunatamente già di per sé oggetto di programmata riqualificazione ambientale. E l’affidamento della gestione delle due strutture presenti in pineta per percorsi di sensibilizzazione a Vivarch e al CDA potrebbe essere un primo passo nella giusta direzione.
Cosa c’entra questo con le nostre preoccupazioni per Torre dell’Orso ?
È presto detto: la pressione del mare sulla spiaggia e sulla roccia sono eventi naturali difficilmente controllabili, questo è vero; ma la pressione antropica, in crescita ogni anno di più anche da noi, ha dimostrato, tramite l’esperienza di Roca, di poter essere convogliata con successo, generando entrate che possono essere reinvestite sul territorio. Questo dovrebbe bastare ad illustrare il meccanismo del circolo virtuoso che speriamo si riesca a innescare anche da noi, affinché il risultato possa essere utilizzato per il ripascimento della nostra spiaggia ovvero per altre soluzioni di contenimento dell’avanzamento del mare.
Andando un po’ di più nel dettaglio: anche se l’accesso alla spiaggia non è controllabile facilmente come la grotta della Poesia, in quanto si sviluppa per un chilometro di lunghezza, non è detto che non sia possibile agire sulla pressione antropica a cui è soggetta facendo leva su un sistema di incentivi, piuttosto che su uno di controllo.
Promuovere attività tematiche che, a fronte di un piccolo contributo economico da parte del turista, lo motivino a sottrarsi dalla semplice permanenza in spiaggia, ad esempio partecipando a percorsi di educazione ambientale o ad escursioni guidate, per mare o per terra, permetterebbe di accumulare le risorse necessarie agli investimenti di cui la nostra marina ha tanto bisogno.
Detto così, sembra troppo facile, ne siamo consapevoli. Ma chi propone l’iniziativa ha già dimostrato di saperla portare avanti in un altro contesto. Anche se le specifiche di Torre dell’Orso sono diverse e, per loro natura, rendono il coinvolgimento del pubblico una sfida più difficile, è anche vero che il bacino di utenza di Torre dell’Orso è molto più ampio di quello di Roca; pertanto, se un sistema di rigido controllo dei flussi a Roca riesce a incanalare nell’iniziativa il 100% dei visitatori, che perlopiù visitano la grotta della Poesia una sola volta nel corso della loro permanenza nel nostro territorio, un tasso di conversione molto più basso potrebbe tranquillamente finanziare Torre dell’Orso. È semplice fare delle stime.
Sappiamo che i visitatori paganti della Poesia sono diverse centinaia al giorno. Supponiamo siano 500. Tutti sono paganti perché l’accesso è rigidamente regolamentato. Ben più di qualche centinaia di turisti affollano la spiaggia di Torre dell’orso ogni giorno. Supponiamo -ad esempio- siano dieci volte tanti; ne consegue che un tasso di coinvolgimento del 10 % sarebbe sufficiente a garantire lo stesso risultato, in termini economici. Senza contare che si tratta di attività che potrebbero interessare anche le persone del posto, il che andrebbe ad accrescere ulteriormente il budget.
È ambizioso? Certo! Ne vale la pena? Secondo noi sì, perché l’ambizione di realizzare qualcosa di importante è alla base di ogni successo e senza provare non si realizza mai nulla. Dopo 40 anni di storia, possiamo dire di sapere qualcosa.
Ci risentiamo qui fra qualche settimana per parlare dei nostri nuovi investimenti.
Intanto grazie per averci letto e buona fortuna ai ragazzi di Vivarch, che non smetteremo di sostenere !
Mirko Serino e Franz Panarese